Le 4 parole di cui non immagini l’origine

L’italiano è una delle lingue romanze, ovvero lingue che derivano da un’unica famiglia: il latino. 

Si dicono romanze dall’espressione latina  “romanice loqui” «parlare come i romani». 

Ovviamente oggi  non parliamo più “come i romani”, l’italiano si è evoluto sensibilmente e spesso non immaginiamo neppure da cosa abbiano origine le parole che pronunciamo ogni giorno. Vediamone alcune delle più comuni!

  1. “Ciao” Sai perché ci salutiamo così?

Vi siete mai chiesti da dove derivi questa simpatica parolina che ripetiamo quotidianamente? 

Si tratta della prima parola che insegniamo ai bambini con tanto di manina. 

Bene, la parola “Ciao” deriva dal veneziano “schiao”, forma sincopata di schiavo, che a sua volta ha origine dal tardolatino “sclavus”, traducibile come «[sono suo] schiavo». 

Dunque “ciao” è un saluto che significa ‘schiavo’. Bizzarro, non trovate? Potrebbe sembrare quasi oltraggioso invece questa espressione in passato rappresentava rispetto, consisteva nel mettersi simbolicamente a disposizione dell’altro, come uno schiavo per l’appunto.

2. “Salve” Un modo di augurare buona salute! 

“Salve Regina” recita l’inizio della preghiera dedicata alla Vergine. “Salve”, formula di saluto meno usuale di “ciao”, ma altrettanto insita nel nostro vocabolario quotidiano. Dovete sapere che la parola “salve” è l’imperativo del verbo latino “salvere” «stare bene, in buona salute». L’espressione dunque veniva utilizzata originariamente come augurio, “salute a te”, un modo per auspicare benessere alla persona che si incontrava. 

3. Desiderio, la mancanza delle stelle

L’etimologia della parola desiderio è una delle più affascinanti della lingua italiana. Il termine deriva dal latino De-sidera, la preposizione de- indica lontananza e privazione, e il  termine sidus significa stella. 

Il significato letterale di desiderio è dunque “mancanza di stelle”, un’espressione che ha assunto  l’accezione corrente di «sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale».

4. Compagno, una parola buona come il pane

Cari compagni, sapete da cosa deriva il termine “compagno”? Nasce dal latino “cum panis” ovvero coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza e tutto quello che questa che comporta: gioie e dolori, fatiche e divertimenti.

Sorprendente vero? Scoprire il significato delle parole di tutti i giorni che ora acquisiscono un fascino nuovo!